Riportiamo i costi della carica più alta dello Stato, il Presidente della Repubblica e quelli di Camera e Senato
Giorgio
Napolitano, nell’ultimo bilancio del Quirinale, ha dato una sforbiciata
alle spese, prevedendo, nei prossimi quattro anni, una diminuzione
complessiva dei costi di 16 miliardi. Eppure, nonostante tutto, le spese
per il nostro Capo dello Stato continuano ad essere superiori a quelle
di molti altri Paesi nel mondo. Due su tutti: in Francia l’Eliseo pesa
sulle tasche dei cittadini per 115 milioni di euro, mentre la Casa
Bianca costa 136 milioni l’anno. Il decreto sul bilancio del Quirinale,
firmato a luglio, prevede comunque di «stabilizzare il riequilibrio del
bilancio interno sulla base di una dotazione a carico del bilancio dello
Stato di 224 milioni di euro per l’intero triennio 2015 -2017, pari al
livello del 2007 e inferiore di 4 milioni rispetto alla dotazione del
2014». «Si consegue così – proseguiva la nota – un risparmio complessivo
per il bilancio dello Stato di 16 milioni di euro nel quadriennio
2014-2017 – che si aggiunge alla restituzione di circa 6,2 milioni di
euro per effetto dell’applicazione del contributo sulle pensioni – e si
pongono altresì le premesse per ulteriori economie nel medio periodo».
RESIDENZE D’ORO
Eppure, anche con gli ultimi tagli il Colle continua a costare quanto
una reggia. Incidono sul bilancio, ad esempio, le spese per il
funzionamento delle tre residenze presidenziali: il Quirinale, la
splendida tenuta estiva di Castelporziano e Villa Rosebery, gioiello
neo-classico del golfo di Napoli. Notevole anche il prezzo previsto per
le forniture di beni e materiali di consumo giornaliero. Si tratta di
1,4 milioni che comprendono 470mila euro per biancheria e abiti da
lavoro, 255mila euro di cancelleria, 105mila euro in detersivi e altri
materiali di pulizia, 19mila euro in materiale sanitario e carta
igienica, 200mila euro in benzina e olio per le auto che ne costano
altri 660mila.
IL CERIMONIALE
Ulteriore capitolo rilevante di spesa è costituito dalle relazioni
esterne e dal cerimoniale, che producono uscite per 1 milione di euro.
Tra le voci principali costitutive di tale cifra vanno evidenziati i
167mila euro investiti in doni, onorificenze e commemorazioni, i 423mila
per beni alimentari, i 280mila necessari per i viaggi del Capo dello
Stato, gli 81mila per gli eventi culturali, i 210mila stanziati per la
manutenzione dei tesori artistici. Poi ci sono le spese per un’adeguata
promozione e copertura mediatica pari a 140mila euro, per studi e
ricerche correlate – 220mila gli euro – e per abbonamenti ad agenzie
stampa, giornali e banche dati – 561mila.
CAMERA E SENATO
Quanto costa la Camera dei Deputati? Nel 2013 il bilancio è arrivato a 1,054 miliardi di euro e nel 2014 dopo un ulteriore decremento delle spese dell’1,68%, i costi stimati scenderanno a 1,037 miliardi. Quasi il doppio del Senato che in attesa della sua trasformazione presenta un costo pari a 540 milioni di euro. Prendendo in analisi i costi di Montecitorio dal punto di vista generale, gli onorevoli ricevono 81,3 milioni di indennità, più altri 65,5 milioni di rimborsi. Altri 156 milioni vanno agli ex deputati, che assorbono anche 900mila euro di rimborsi.Per le retribuzioni del personale si spendono 215,2 milioni, più altri 42,7 milioni di contributi previdenziali e 243,3 milioni di pensioni. A questo bisogna aggiungere poi i costi di funzionamento: 31 milioni per la locazione di immobili, 16,9 per le manutenzioni, 7,8 per le pulizie, 6 milioni per acqua, gas e luce, 5 milioni per l’acquisto dei materiali e beni di consumo, 5,4 milioni per la stampa degli atti parlamentari e un altro milione per i servizi di stampa. Le spese di trasporto (automezzi, aerei, treni, navi) ammontano a 12,4 milioni, il personale non dipendente costa 17,5 milioni e i costi per beni, servizi e «spese varie» superano i 63 milioni. Per non parlare dei contributi ai gruppi parlamentari: 32 milioni l’anno. A cui bisogna aggiungere 35 milioni di tasse e altri 30 per fabbricati e impianti.
Non diversa la situazione del Senato che, nel 2013, è costato ai contribuenti italiani 540 milioni di euro. Una parte dei quali impegnati per le competenze dei senatori ( 42,885 milioni) e 37,266 milioni di rimborsi delle spese sostenute per lo svolgimento del mandato (in totale si tratta di 80,15 milioni). A questi si devono aggiungere i 21,35 milioni di euro dei trasferimenti ai gruppi parlamentari. Pesante in termini di cifre anche il trattamento dei senatori cessati dal mandato. Le loro pensioni costano circa 82 milioni di euro ogni anno. Una gran parte del costo del lavoro è relativo al personale dipendente di Palazzo Madama che, dagli operai fino ai dirigenti amministrativi, è allineato su standard retributivi molto elevati.
Nel bilancio 2013 gli oneri per salari e stipendi è quantificato in 130,85 milioni di euro ai quali vanno aggiunti 115,2 milioni per il personale in pensione. Le forniture e cioè i beni che servono per la regolare attività dell’organo parlamentare lo scorso anno sono ammontate a oltre 60 milioni di euro.
Tra le voci più consistenti le spese per la comunicazione istituzionale (6,5 milioni di euro), i servizi informatici e di riproduzione (8,38 milioni di euro), la manutenzione ordinaria delle sedi (6,27 milioni di euro), servizi di trasporto e spedizione (7,51 milioni di euro), servizi di logistica (5,379 milioni).
Tra le spese spiccano anche 3,45 milioni di euro che nel 2013 sono stati stanziati per utilizzare il personale di altri enti e amministrazioni dello Stato che forniscono servizi al Senato. Sono un po’ più di due milioni di euro le risorse a disposizione della funzione del cerimoniale. E 2,86 milioni quelli destinati alla produzione di studi e documenti. Non mancano fondi per le attività delle commissioni d’inchiesta (651 mila), speciali e consultive (392 mila) e per la commissione di vigilanza sulla Rai (72 mila euro). Nel bilancio del Senato 2013, infine, un aggregato è destinato alle spese in conto capitale. Sono 2,2 i milioni per manutenzione straordinaria, 400 mila euro per acquistare mobili e 333 mila per la biblioteca e l’archivio storico
Per quello che serve un presidente della repubblica come quello che abbiamo, meglio conferire tutti i suoi, mal usati poteri, ad un Parlamento Unico ed imparziale...
RispondiEliminaUtopia??? Quasi sicuramente ...